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Conferenza Annuale EURONEXT – Parigi 18 marzo 2025

FINANZA E SICUREZZA

Di Salvatore Santucci AD Santucci & Partners StP

Il 18 marzo scorso si è tenuta a Parigi la conferenza annuale di Euronext la Società che gestisce i principali mercati borsistici europei. Per intendersi è l’Ente che fra l’altro dal 2021 controlla il capitale di Borsa Italiana Spa. Oltre ad essere una occasione annuale, la conferenza ha celebrato i 25 anni dalla fondazione di questo progetto europeo che, come disse Jean Cloud Trichet, costituisce una delle tre storie di successo dell’Europa Unita, assieme alla BCE ed Airbus.

Al centro della discussione sono stati due temi, che sembrano lontani, ma che interessano il vissuto dei nostri territori e delle nostre imprese.

Il primo riguarda come intervenire sul paradosso europeo, come lo chiamano gli esperti di finanza, e cioè la rilevante disponibilità di risparmio privato delle famiglie, associato al fatto che i mercati azionari europei sono poco sviluppati e le imprese, soprattutto quelle piccole medie non riescono a finanziarsi sul mercato dei capitali di rischio. È una contraddizione che deve essere superata pena la riduzione della competitività delle imprese europee rispetto a quelle del Nord America. Infatti, il capitale di rischio è un fattore essenziale per il sostegno agli investimenti in tecnologia e ricerca e sviluppo. Su questo tema sono anni che gli esperti si confrontano. Le stesse politiche di sostegno alle PMI hanno assunto che la crescita della capitalizzazione delle imprese sia il tema essenziale per garantire nel lungo termine il sano sviluppo delle parte più numerosa del nostro sistema industriale. Sempre di più si deve puntare a capitali rotativi e di mercato nelle politiche di sostegno agli investimenti delle PMI, piuttosto che ai tradizionali finanziamenti a fondo perduto.

L’altro tema trattato, propone una nuova prospettiva sul delicato tema ESG, cioè gli elementi che sintetizzano il rating di sostenibilità di una impresa in termini di impatto Ambientale (Enviromental), Sociale e di Governance. Questo approccio nato 20 anni fa pervade la finanza mondiale nella convinzione che l’impresa di successo nel lungo tempo non si deve limitare a soddisfare solo i propri azionisti ma in modo più allargato tutti i portatori di interessi con i quali essa si confronta. La conferenza di Parigi efficacemente coordinata da Stephane Boujnah, Ceo di Euronext ha lanciato una nuova declinazione di ESG dove il focus è sull’Energia (E), Sicurezza (S) e Strategia Globale (Geo Strategy). Quello che Lui ha chiamato il “nuovo” ESG. Sembra una variazione solo nominalistica sul tema, ma il realtà il cambio di prospettiva proposto è radicale per la competitività delle imprese, ma soprattutto in una visione globale di competizione di sistemi economici ed istituzionali.

Solo avendo indipendenza delle fonti energetiche a costi contenuti, investimenti strategici nella componentistica e nei sistemi di difesa ed una visione globale della competizione che si può realizzare un sogno europeo di reale autonomia ed indipendenza da altri sistemi socio economici.

Lo insegnano le negative esperienze della carenza di componenti elettroniche per il settore auto o, in prospettiva, la carenza di materie prime rare o l’insufficienza dei sistemi di trasmissione dati e di interconnessione anche satellitare. Od ancora, i ritardi nella capacità di produrre su larga scala vaccini e prodotti farmaceutici per contrastare l’aumentato rischio di pandemie globali.   Non ultimo lo shock energetico che stiamo vivendo per l’aumento ormai consolidato dei prezzi del gas che rende le nostre produzioni meno competitive al di più di quanto possano creare difficoltà i dazi. In ultimo le minacce alla sicurezza innescate dalla maggiore freddezza americana sulla difesa comune e dalle minacce percepite dal fronte dell’Est.

A Parigi abbiamo potuto ascoltare l’Europa che si interroga sul proprio destino e che in questi giorni chiede aiuto al risparmio privato e alla finanza per sostenere la propria autonomia dai propri tradizionali alleati e quelli che erano partner economici.

I vari interventi a Parigi hanno colpito per uniformità di approccio e di messaggio, ma ciò non ha eluso la domanda di fondo; può l’Europa agire solo reagendo alle politiche di altri, in ottica di contrapposizione e pura difesa e deterrenza, oppure deve porsi l’interrogativo su come cercare di aprire un confronto in termini di alleanza con gli altri sistemi, nessuno escluso, che oggi si confrontano in ottica globale? Sono domande alle quali non può essere la finanza o i mercati a dare una risposta, ma debbono trovare una sintesi nelle scelte della politica, possibilmente comune.

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