Salvatore Santucci all’evento ESG89 “MADE IN UMBRIA” – 27-28 novembre 2024 – Auditorium San Domenico, Foligno
L’intervista a Salvatore Santucci, socio fondatore Santucci & Partners e uno dei relatori dell’iniziativa di fine anno “Made in Umbria” di ESG89, 27-28 novembre 2024 – Auditorium San Domenico, Foligno
Come descriverebbe l’attuale tessuto imprenditoriale umbro? Quali sono i settori che ritiene trainanti e quali invece stanno ancora cercando di emergere in un contesto economico in continua evoluzione?
“L’Umbria ha tanto da dire. In tutti i settori. La presenza di importanti imprese multinazionali può stimolare la ricerca nei settori della chimica e dell’alimentare.
La presenza di significative imprese dotate di adeguata massa critica nel settore della meccanica, dell’abbigliamento e della grande distribuzione può consentire la crescita di un indotto non marginale.
Anche nel settore agroindustriale si stanno realizzando importanti passi in avanti con imprese, sia private che in forma cooperativa, in grado di competere fuori dal territorio regionale. È rilevante, tuttavia, notare che il settore dell’edilizia con il proprio rilevante indotto appare ancor troppo frammentato e finanziariamente fragile.
Inoltre, rispetto agli altri contesti si sente la mancanza di centri finanziari basati sul territorio (Banche; Investitori istituzionali) che abbiano una adeguata autonomia decisionale e guardino alle imprese locali con il giusto grado di priorità”.
Il tasso di occupazione giovanile è un tema di grande importanza per il futuro della regione. Quali azioni ritiene necessarie per migliorare le opportunità lavorative per i giovani in Umbria e quali progetti sono attualmente in atto in questo ambito?
“In passato si era ritenuto che la questione dell’occupazione giovanile fosse un tema esclusivamente generazionale. Oggi, invece, costituisce il tema dei temi. Lo sviluppo delle imprese e di tutti i servizi della pubblica Amministrazione dipende strettamente dalla disponibilità di giovani qualificati interessati a mettersi in gioco nei nostri territori e nelle nostre imprese.
C’è un tema di marketing verso le nuove generazioni che faccia apprezzare la permanenza nel territorio evitando la fuoriuscita di talenti non rimpiazzabili. Si è tanto parlato di marketing territoriale per attrarre nuove imprese, forse ora il focus si deve spostare sulle risorse umane a cominciare da quelle formate nella nostra regione.
È un tema collettivo che deve vedere il ruolo guida delle istituzioni locali al fine di valorizzare l’attrattività del nostro territorio sia come stile di vita che come opportunità di lavoro.
E quali progetti sono attualmente in atto in questo ambito? Nello sforzo di valorizzazione dei giovani del territorio, si deve ricordare l’importante esperienza dell’ITS Umbria, accademia politecnica biennale in tecnologie e scienze applicate, promossa da associazioni imprenditoriali e da istituzioni ed imprese, in cui si alternano l’apprendimento in aula e in laboratorio al tirocinio in azienda al fine di formare figure professionali con competenze ed esperienza on the job più coerenti alle richieste delle imprese. È un’esperienza di successo che va valorizzata”.
Quali strategie di investimento sulle nuove generazioni Santucci & Partners ritiene fondamentali per stimolare la crescita e l’innovazione in Umbria? In che modo le aziende locali possono contribuire a formare le competenze richieste dal mercato?
“L’innovazione al giorno d’oggi nasce anche da una visione nuova e critica di fare business. Questo vale nella new economy, ma ancora di più nella old economy. Lo dimostra il successo di molte nostre imprese che hanno saputo sviluppare modelli di business innovativi anche in settori tradizionali.
Il pensiero critico tipico dei giovani deve essere incorporato nelle organizzazioni aziendali non deve essere visto come un costo, bensì come un investimento di lungo termine fondamentale per mantenere le organizzazioni aziendali al passo con i tempi. Anche l’approccio al lavoro dei giovani d’oggi, non deve essere demonizzato.
Il lavoro non può essere visto solo come sacrificio, bensì come realizzazione delle proprie aspirazioni, meritevole di un giusto compenso ed in grado di essere compatibile con le altre attività della vita.
Quando assumiamo un giovane domandiamoci se il compenso, i tempi di lavoro, la formazione, le aspettative di stabilizzazione e di welfare sono coerenti con le sue aspirazioni, ripensando a quelle che avevamo noi quando siamo entrati nel modo del lavoro.
Forte di questa convinzione la nostra società, S&P, si è dato l’obbiettivo di assumere, ogni 2/3 anni, un giovane laureato in un percorso di crescita professionale on the job. Alcuni di questi oggi sono partner attivi della nostra squadra consulenziale qualificandone l’offerta e soprattutto rappresentandone il futuro”.

